Lo spreco alimentare: azioni di sensibilizzazione e azioni concrete per non buttare il cibo
È sempre più diffusa la consapevolezza dell’importanza della riduzione dello spreco alimentare per limitare i danni che questo comporta.
Quello dello spreco alimentare è uno dei problemi più importanti e sentiti nella nostra società. Il sistema che garantisce, ad oggi, i nostri bisogni alimentari genera, allo stesso tempo, notevoli danni che potrebbero essere ridotti o eliminati attraverso una gestione più attenta.
Tra questi c’è l’aumento delle emissioni di gas serra, in quanto la produzione e la distribuzione del cibo sono delle attività che generano emissioni a tutti i livelli della filiera. Perciò, se viene prodotto in quantità troppo abbondanti o distribuito in modo squilibrato, le emissioni di gas serra aumentano, generando un forte impatto sull’ambiente.
La sovrapproduzione del cibo determina, anche, un eccessivo consumo di acqua, una risorsa vitale per la sopravvivenza del pianeta, messa a rischio dagli effetti del riscaldamento globale e la cui ottimizzazione nei processi produttivi sta diventando un obiettivo primario e fondamentale.
Inoltre, lo spreco del cibo è problematico in termini di smaltimento dei rifiuti. Operazione che diventa sempre più onerosa in un contesto di sovrapproduzione e squilibri distributivi.
La Giornata Mondiale contro lo Spreco e le numerose iniziative locali per prevenire lo spreco alimentare
Per diffondere una maggiore consapevolezza rispetto al problema, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato, con la risoluzione 74/209, il 29 settembre “Giornata internazionale della consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari”.
A questa si affianca anche la “Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare”, istituita nel 2014 dal Ministero dell’Ambiente, che si svolge ogni anno il 5 febbraio.
A supporto di questi momenti di ampio respiro, ci sono anche iniziative locali - altrettanto importanti - come il progetto “Tenga il resto” organizzato a Roma che, grazie al sostegno del Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, ha promosso iniziative di recupero del cibo non consumato.
Oppure il progetto “Non si butta via niente”, organizzato dal comune di Bologna in collaborazione con Hera e Last Minute Market, per prevenire sprechi ed eccedenze alimentari.
Politiche pubbliche e organizzazioni attive contro lo spreco del cibo
Fondamentali nella lotta allo spreco del cibo sono le politiche pubbliche; senza policy efficaci, si rischia di non produrre effetti sistemici rilevanti.
È per questo motivo che, oggi, le politiche di riduzione degli sprechi sono centrali a tutti i livelli. A Milano, ad esempio, a partire dal 2019 è attiva una rete di hub di quartiere contro lo spreco alimentare.
Si tratta di punti di raccolta delle eccedenze alimentari che ne facilitano il recupero e la redistribuzione alle famiglie che ne hanno bisogno.
In Austria, invece, si è agito a livello statale, creando un registro degli sprechi della GdO, che rende le aziende responsabili delle loro azioni agli occhi dei clienti.
Oltre all’intervento pubblico è importante anche quello privato; l’applicazione Too Good to Go, creata in Danimarca nel 2015, permette alle persone di acquistare le cosiddette “surprise bag”, composte con i prodotti invenduti di ristoranti, bar e gastronomie.
Anche jeniot in prima linea per ridurre lo spreco del cibo
Organizzare e curare la pulizia del proprio frigo sono due modi per ridurre gli sprechi. Shelfy, il purificatore per frigo, permette di eliminare batteri, microrganismi e odori dal frigo, rallentando il deterioramento del cibo e prolungandone la durata nel tempo.