Mercato sicurezza: bisogni dei consumatori e dati ufficiali sui furti

Gli italiani vogliono sentirsi più al sicuro nelle loro case.

Secondo un'indagine svolta da Ipsos Italia su un campione di 1800 intervistati, il tema della sicurezza risulta la seconda preoccupazione per gli italiani, indicata dal 86% degli intervistati, dopo i problemi sul futuro dell’economia (sentiti dal 90% degli intervistati), ma prima di salute e ambiente, che preoccupano rispettivamente 84% e 78%.

Il 43% degli italiani sente il terrorismo come un'emergenza: nel 2015 era il 35% degli intervistati a percepire tale rischio come un elemento di forte preoccupazione. Oggi il terrorismo è secondo soltanto al timore della criminalità (furti, rapine e scippi) a cui è sensibile il 47% degli italiani e supera quello per l'emergenza immigrazione ora al 34%.

Secondo la ricerca Ipsos Italia del 2013 solo il 57% degli intervistati aveva installato un sistema di protezione tradizionale (porta blindata, inferiate, vetri antisfondamento, casseforti, tapparelle blindate) o evoluto (sistema allarme anti intrusione, sistema videosorveglianza, sistema antifurto domotico) in casa o in negozio. Oggi la percentuale del 57% è salita al 79%, segno che il desiderio di sentirsi più al sicuro in casa ha fatto aumentare gli investimenti.

Per avere più garanzie di protezione, gli italiani sono perfino disposti a rinunciare a un po' di privacy e a investire mediamente 1800 € per migliorare la sicurezza della propria casa.

frecciail 22% di chi ha adottato sistemi di sicurezza tradizionali si sente “molto sicuro”;
frecciail 35% di chi ha adottato tecnologie più innovative si sente “molto sicuro”.

Più avanzate sono le soluzioni adottate, maggiore è la percezione di sicurezza.
I sistemi di sicurezza tradizionali, di cui dispongono più di tre quarti degli italiani, non sono più sufficienti nella situazione attuale.  Si guarda con un favore crescente e con maggiore interesse ai sistemi di sicurezza tecnologicamente avanzati e a quelli gestiti da remoto, con smartphone o tablet che offrono soluzioni più affidabili e smart. Non ci sono solo i cani a fare la guardia, anche i droni stanno diventando sempre più amici della sicurezza dell'uomo, ma soprattutto nell’ultimo decennio, l’antifurto nebbiogeno è considerato un validissimo deterrente contro i furti nelle abitazioni ed attività commerciali.

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Antifurto nebbiogeno Purifog by UR FOG

Soluzioni presenti sul mercato: antifurti connessi o non connessi?

È desiderio diffuso proteggere i beni che spesso si custodiscono tra le mura domestiche con antifurti e sistemi antieffrazione. Il baluardo della sicurezza è rappresentato dalla porta blindata, dalla quale però frequentemente si verificano le intrusioni.
Altro sistema di salvaguardia sono le protezioni delle finestre con grate, persiane o addirittura con vetri antisfondamento: anche queste soluzioni risultano idonee, soprattutto per chi abita ai piani bassi o per chi è in possesso di piccole attività commerciali. Tuttavia, queste soluzioni possono talvolta risultare insufficienti.

Ecco che la tecnologia può aiutare, proteggendo l'abitazione o il negozio con opportuni sistemi di antifurto e addirittura permettendoci di controllare il locale da remoto grazie all’utilizzo di specifiche App per smartphone e tablet, sia su Android che Apple. L’impianto di allarme classico normalmente costituito da una centralina, dai sensori a contatto e di movimento, da una sirena, si evolve, connettendosi a dei dispositivi in grado di fornire segnalazioni via web o in cloud qualora si rilevino tentativi di effrazioni.

Le app per il controllo degli allarmi per casa si dividono principalmente in due tipologie:

frecciala prima tipologia consiste generalmente in una telecamera controllata da una app su smartphone per consentire di monitorare ogni movimento che avviene all'interno dell’abitazione; Le telecamere sono in grado di scattare fotografie che possono essere inviate via e-mail o via notifica app;
frecciala seconda e più diffusa tipologia è costituita da app collegate direttamente al sistema di antifurto, il cui lavoro è svolto dalla centrale dell'impianto completa di combinatore e sim telefonica vincolata. Molti kit di allarme, tra cui anche gli antifurto di casa wireless, sono dotati di sistemi per il controllo dell'abitazione da remoto grazie a app dedicate.

Secondo la scelta di allarme per casa o attività commerciale è necessario installare sensori interni come sensori magnetici, rilevatori di vibrazione o di accelerazione da applicare su porte e finestre, che segnalano i vari tentativi di apertura. Il mercato offre i cosiddetti volumetrici o sensori piroelettrici, i cosiddetti “PIR”, che sono in grado di percepire la luce infrarossa dello spettro elettromagnetico della luce emessa dai corpi. Infine, non deve mancare la sirena di allarme che segnala ai vicini la presenza dei ladri nei locali. Un altro elemento tecnico importante è il modulo “antijamming”, che consente di impedire eventuali tentativi di oscuramento elettrico, elettromagnetico o fisico dell'impianto anti intrusione.

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Infine, come già menzionato, l’impianto deve essere collegato ai dispositivi mobili in nostro possesso, in modo da ricevere una comunicazione diretta ed immediata in caso di segnalazione di allarme quali:

frecciaSMS;
frecciasegnalazione push app;
frecciae-mail.

In questo modo, nel momento in cui la centrale rileva segnali di intrusione, non solo invia una segnalazione alla sirena, ma ci avverte di presenze indesiderate nell’ambiente interessato, tramite un combinatore telefonico con chiamata registrata e/o SMS di avviso. A seconda della programmazione e delle funzionalità disponibili, l’allarme è trasmesso ai numeri definiti ed eventualmente anche alle forze dell’ordine o ad un istituto di vigilanza.

Più recentemente sono stati presentati impianti antifurto più evoluti che possono essere gestiti da una centrale d'allarme dotata di interfaccia Internet, che garantisce una gestione totale da browser, e di un’applicazione, che consente un coordinamento totale della centrale con ricezione delle notifiche degli eventi in tempo reale. I dispositivi inseriti in queste centrali sono in grado di collegarsi in wifi, senza cavo di rete, sia a 2.4Ghz che 5Ghz. Risultano compatibili con smart speaker quali Google Home, Amazon Echo, IFTTT che permettono di comandare il sistema di allarme con la propria voce ed integrare la centrale antifurto con altri prodotti di domotica.

Nebbiogeno: l'antifurto con l'effetto sorpresa

L’antifurto nebbiogeno non emette alcun segnale sonoro perché il suo scopo è quello di sventare i furti agendo a sorpresa. Ecco perché viene definito attivo: si attiva immediatamente non appena rileva la presenza di persone negli ambienti protetti, nascondendo ogni bene con la sua fitta e persistente nebbia. Esso, infatti, emette una nebbia così densa e compatta da rendere impossibile alcuna attività da parte dei malviventi, limitando al massimo la visibilità e qualunque tentativo di furto.

In commercio si possono trovare vari modelli, ma nella maggioranza dei casi, la presenza di ospiti indesiderati viene riscontrata attraverso dei sensori perimetrali o volumetrici. Questi attivano il dispositivo nebbiogeno che, in 25 massimo 50 secondi, rilascia nel locale dove è stato collocato un potente getto di nebbia, innocua per la salute (in conformità alle norme europee) e che non lascia residui di alcun genere.

L’antifurto nebbiogeno offre delle garanzie molto solide, riducendo al minimo la possibilità di errore o di falsi allarmi. Sono dunque scarse, se non nulle, le possibilità che il sensore possa attivarsi senza reale necessità. Quindi se anche si decidesse di installarlo in un supermercato, in un bar o in qualsiasi altra attività commerciale che tratti alimentari, gioielli, elettrodomestici e simili, o in casa, lo spazio dell’ambiente dove è in corso il furto diverrà colmo in pochi istanti di una coltre densa e atossica che limiterà totalmente la visibilità e renderà perciò impossibile al ladro sia afferrare qualunque oggetto che orientarsi nell’ambiente nel quale si trova.

Il disorientamento provoca inevitabilmente la fuga immediata dai locali e la rinuncia dell’atto criminoso. La nebbia di dissolverà aerando opportunamente i locali solo dopo 10/15 minuti, concedendo alle autorità il tempo per intervenire sul luogo in caso di presenza di malviventi.

Antifurto nebbiogeno:come è composto? 

Un nebbiogeno può essere installato sulla parete, sul soffitto, appoggiato ad un mobile o nascosto in qualche intercapedine o contro soffittatura; ciò che è importante è lasciare libero l’ugello dal quale fuoriesce la sostanza nebbiogena.

Un apparato nebbiogeno è composto da una piccola caldaia ad elevato isolamento termico, che rimarrà sempre intorno ad una temperatura di 300°C (grazie ad una resistenza elettrica) per essere pronta all’utilizzo, una batteria a tampone in caso di mancanza di alimentazione elettrica, una pompa a pressione, un ugello preferibilmente orientabile, delle schede elettroniche, che gestiscono e controllano la funzionalità generale del dispositivo ed un contenitore (sacca di plastica, tanica o semplice recipiente) dove è contenuta la sostanza semitrasparente, dalla consistenza viscosa, composta maggiormente da acqua (80%/85%), glicole alimentare, essenze ed aromi profumati.

Questo liquido viene posto sotto pressione dalla pompa, per poi essere introdotto nella caldaia che innalzerà la temperatura del prodotto finché sarà pronto per fuoriuscire ad alta pressione. Viene quindi nebulizzato una volta entrato a contatto con l’aria e riversato nell’ambiente sotto forma di un potente e denso getto, senza lasciare alcun residuo su superfici, pareti, oggetti, alimentari ecc.
Tutti questi dispositivi sono tarati accuratamente in base alla cubatura dello spazio per ridurre al massimo i tempi di saturazione e massimizzare la tempestività della performance con particolare attenzione alle zone che richiedono maggior protezione, come in prossimità di casseforti, scaffali, registratori di cassa, vetrine ecc. I nebbiogeni possono saturare cubature enormi come magazzini di produzione industriale, logistica, supermercati, magazzini di elettronica, nei quali dovranno essere installati più dispositivi collegati in serie.

In commercio vi sono anche dispositivi nebbiogeni calibrati per locali o appartamenti di dimensioni ridotte, dotati di bombole dal liquido già in pressione: essi, pertanto, non necessitano di una pompa per generare la nebbia che fuoriuscirà con una maggiore reattività, ma in quantità nettamente inferiore rispetto ai sistemi a pompa, preferibili per cubature più importanti.

Nebbiogeni o fumogeni?

In generale i due sono oggetto di confusione, in quanto entrambi generano quello che a prima vista appare come fumo, ma in realtà si tratta di una composizione e di un processo di generazione completamente differente. I sistemi nebbiogeni emettono nebbia che viene generata dal riscaldamento di un fluido, mentre i sistemi fumogeni emettono fumo che deriva dalla combustione di sostanze solide, quali l’incenso, il lattosio, lo zucchero, il bicarbonato di calcio.

Questa è una differenza sostanziale poiché la nebbia è atossica, respirabile per lungo tempo e innocua per persone ed animali, mentre i fumogeni emettono fumi contenenti particelle solide, generalmente respirabili per brevissimi periodi di tempo e che lasciano residui e cattivo odore. Questo rende necessario aerare i locali per lungo tempo dopo l’emissione del fumo. I vantaggi dei fumogeni rispetto ai nebbiogeni dipendono dall’assenza della caldaia, il che implica consumi energetici, costi e dimensioni inferiori.

Gli svantaggi però sono significativi nei riguardi della sicurezza di cose e persone.

I sistemi fumogeni si basano generalmente su prodotti pirotecnici che hanno un elevato livello di pericolosità e significative restrizioni per il trasporto e lo stoccaggio legate al rischio di esplosione.

Inoltre accusano una bassa persistenza del fumo nell’ambiente di emissione, una bassa densità e consistenza e tempi ridotti di volatilizzazione. Si sconsiglia l’uso degli stessi in abitazioni o locali commerciali anche se, negli ultimi anni, alcuni operatori hanno iniziato ad installarli anche in questi ambiti. Valutando i costi di gestione nel tempo, le cartucce fumogene si possono considerare più economiche rispetto ad una sacca o contenitore per il sistema nebbiogeno, ma le restrizioni logistiche, di spedizione e di stoccaggio rendono comunque il sistema nebbiogeno un acquisto vantaggioso e altamente consigliabile. 

A giudizio di molti esperti, i sistemi fumogeni hanno una prospettiva di utilizzo molto limitata nel tempo e probabilmente in futuro verranno soppiantati dai sistemi alimentati a batteria che permetteranno di generare nebbia atossica anche in spazi molto piccoli come abitacoli di autoveicoli, furgoni di trasporto valori, piani di carico di autocarri, container navali e ferroviari e in completa assenza dei rischi connessi all’uso di esplosivi pirotecnici.

Installazione di un antifurto nebbiogeno

A seconda dei modelli attualmente sul mercato, i sistemi nebbiogeni possono essere installati in poche ore da un professionista in ambienti dove è già presente un impianto antifurto e possono essere collegati direttamente a esso con ulteriori sensori. In alternativa possono essere posizionati autonomamente, senza alcun intervento professionale ed essere comandati con un semplice telecomando o attraverso la rete web con tablet e smartphone.