La scatola nera a prova di robot

Grazie ai notevoli vantaggi assicurativi e ai servizi innovativi che le scatole nere (o black box) offrono, sempre più clienti scelgono di installarne una sui propri veicoli.

Caratteristiche fondamentali delle black box sono l’accuratezza nella rilevazione dei dati di guida (velocità, accelerazione e posizione) e la prontezza di trasmissione dei dati durante eventi o incidenti che richiedono una tempestiva mobilitazioni dei soccorsi. 

La verifica e validazione di questi dispositivi prevede test approfonditi con veicoli reali, attraverso prove in strada e crash test (detti anche test di impatto).

Ma c’è un’evoluzione in atto che spinge la tecnologia della simulazione a un nuovo livello per testare l’affidabilità delle black box, entra in gioco la robotica.

I crash test sono prove durante le quali si esegue uno sconto tra veicoli o tra veicolo e una barriera indeformabile: in questo modo la black box è sottoposta alle stessa dinamica di un incidente reale, tuttavia hanno un costo notevole in termini di materiali e risorse: si parla infatti di “test distruttivi”.

Generali jeniot ha brevettato e sviluppato una soluzione non distruttiva che si avvale di tecnologie avanzatissime come il robot Delta Quattro di Omron per simulare la dinamica degli urti che proprio la scatola nera dovrebbe registrare una volta installata a bordo. Questo permette di svolgere molte più prove in minor tempo e quindi di sviluppare e validare il dispositivo attraverso una più ampia e realistica casistica (ed esempio crash a velocità più elevata).

La sicurezza e il futuro della mobilità

Il robot di Omron è stato riadattato da Generali jeniot per questo nuovo, incredibile utilizzo a servizio della sicurezza degli automobilisti ed è stato ribattezzato JADA (Jeniot Accelerometer Based Devices Assessor). 

Il nuovo metodo di collaudo della scatola nera introdotto grazie a JADA risponde anzitutto a un’esigenza di affidabilità, ma anche a quella della replicabilità delle condizioni di crash test testati precedentemente con veicoli reali. Grazie alla robotica, infatti, le scatole nere possono essere sottoposte alle stesse accelerazioni e decelerazioni sui tre assi che verrebbero registrate durante un crash test auto.

L’applicazione JADA è parte di una lunga serie di progetti a marchio jeniot che mirano a rendere la mobilità sempre più sicura grazie ad iniziative all’avanguardia e collaborazioni con Università e centri di ricerca.

 

 

cella robotica per testare i dispositivi satellitari

 

JADA: come funziona la simulazione robotica 

Valerio Matarrese, responsabile ricerca e sperimentazione Generali jeniot, spiega come funziona JADA: “la valutazione dell’accuratezza delle black box viene condotta utilizzando un braccio robotico che muove il dispositivo come se fosse installato su un veicolo che subisce un urto. Non è una simulazione virtuale, ma qualcosa di reale, una tecnologia automatizzata che replica le accelerazioni di impatto di un’auto coinvolta in un incidente stradale”.

JADA è in grado di replicare una grande varietà di casistiche d’incidente reale non solo grazie ai progressi della robotica ma anche grazie al know-how del Centro di innovazione e sperimentazione, che negli anni ha eseguito innumerevoli crash test reali raccogliendo accuratamente i dati delle scatole nere installate a bordo.

A differenza di un crash test auto tradizionale, grazie a JADA si possono variare non solo la velocità e la direzione d’impatto, ma è possibile decidere direttamente la curva accelerometrica alla quale sottoporre la black box. C’è una differenza significativa rispetto anche a un altro metodo di collaudo sempre più usato in ambito sicurezza, ovvero la simulazione interamente virtuale. JADA infatti è in grado di riprodurre fisicamente uno scenario di impatto reale e ricco di implicazioni fisiche che sfuggirebbero all’ambiente virtuale. 

Questa è una prova importante per jeniot che da sempre è attivo nel campo dell’innovazione applicata alla sicurezza, alla qualità della vita e alla protezione intelligente di ciò che amiamo, perché dimostra che l’innovazione è possibile a tutti i livelli, non solo in riferimento al prodotto ma anche al processo con cui il prodotto viene realizzato, testato e validato. 

Il centro di ricerca

JADA è stato sviluppato nel Centro di innovazione e sperimentazione di Pero (Mi) dove Generali jeniot lavora per presidiare la frontiera dell’innovazione tecnologica e di servizio attraverso iniziative di ricerca e sviluppo, di studio dell’impatto dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana di mezzi e guidatori, prototipazione, collaborazione con aziende, istituti di ricerca, Università e start up.

In ambito automotive, nel Centro di Innovazione e Sperimentazione vengono realizzati crash test a bassa velocità, prove sperimentali sul funzionamento dei dispositivi telematici e dei veicoli connessi, valutazioni sugli ADAS, progetti di ricerca sulle nuove tecnologie, studi delle tecniche riparative, analisi di mercato e corsi di formazione.